La Commissione Bilancio del Senato ha approvato un emendamento che incrementa, di 12,5 milioni di euro, il contributo per l’inclusione degli studenti con disabilità che frequentano le scuole dell’infanzia paritarie. Le Associazioni scriventi avevano richiesto con insistenza un aumento dei fondi destinato a tali studenti. La scelta del Governo di rispondere in modo parziale, destinando tale incremento ad un solo settore delle paritarie, non solo non corrisponde alle attese ma non risulta totalmente comprensibile.
Gli studenti con disabilità frequentano scuole paritarie di tutti gli ordini di studi, dall’infanzia alla secondaria di II grado; nella loro crescita e, per il maggior impegno loro richiesto, i bisogni crescono con il crescere dell’età.
Non si comprende quindi il motivo di tale imparzialità che va a discapito principalmente degli studenti e delle loro famiglie, non solo delle scuole paritarie che li accolgono, in numero sempre maggiore. Riteniamo pertanto la risposta del Governo ancora molto distante dal raggiungimento della equiparazione di trattamento sia tra studenti con disabilità frequentanti scuole statali e scuole paritarie sia in relazione al grado di scuola frequentato nelle paritarie stesse.
Ci preme ricordare che la scuola paritaria è tenuta ad accogliere gli alunni con disabilità e ad assicurare loro l’insegnamento di sostegno, il cui relativo onere economico rimane quasi integralmente a carico delle famiglie e dell’ente gestore della scuola e, nonostante ciò, la crescita del numero di alunni con disabilità che frequentano le scuole paritarie è costantemente in crescita.
Non possiamo altresì non riconoscere che questo incremento rappresenti comunque un ulteriore passo, dopo l’istituzione a partire dal 2017 di un fondo per la disabilità di 12 milioni di euro, verso un percorso volto a garantire una piena integrazione delle persone
con disabilità e a permettere alle famiglie una reale libertà di scelta educativa.
Questi risultati, per quanto piccoli, rappresentano un incoraggiamento a perseverare nell’impegno e una dimostrazione che la via del dialogo e della disponibilità all’interlocuzione politica può portare a risultati positivi a favore del bene comune e in modo particolare dei più deboli.