Comunicati Stampa

LEGGE DI BILANCIO 2025 PRIORITA’: I CONTRIBUTI PER IL SOSTEGNO A DISABILI E STRUMENTI PER FAVORIRE LA LIBERTA’ DI SCELTA EDUCATIVA

Le Associazioni di gestori e genitori di scuole paritarie cattoliche e d’ispirazione cristiana, AGeSC, Cdo Opere Educative-FOE, CIOFS Scuola delle Figlie di Maria Ausiliatrice, FAES, FIDAE, FISM, Fondazione GESUITI EDUCAZIONE,

SICILIA: Incontro dell’Agorà della parità con l’Assessore dell’Istruzione e della formazione professionale

Incontro dell’Agorà della parità con l’Assessore dell’Istruzione e della formazione professionale, On. G.Turano. 
La scuola paritaria sta cercando di far comprendere meglio il suo apporto al mondo della scuola di oggi in tutta Italia.

Apprezzamento per il testo dell'emendamento al DL 75/2023

Le Associazioni di gestori e genitori di scuole paritarie cattoliche e d’ispirazione cristiana, AGeSC, Cdo Opere Educative-FOE, CIOFS scuola, FAES, FIDAE, FISM, Fondazione GESUITI EDUCAZIONE, Salesiani per la Scuola-CNOS Scuola Italia, facenti parte di Agorà della parità, esprimono grande apprezzamento in merito al testo dell’emendamento al DL 75/23 (cd. PA bis), in corso di conversione alla Camera dei deputati, presentato da alcuni deputati della maggioranza di Governo. Le associazioni scriventi hanno più volte manifestato vivo apprezzamento per il DL 36/2022 (c.d. PNRR 2) che all’articolo 44 prevede la riforma della formazione iniziale dei docenti, introducendo una netta separazione fra titolo abilitante alla professione docente e reclutamento nei ruoli della scuola statale. L’emendamento presentato introduce tale separazione anche nel periodo transitorio, in attesa della messa a regime della Riforma (che è in procinto di trovare attuazione con il decreto attuativo in fase di elaborazione), introducendo la possibilità per i docenti che hanno svolto, anche nella scuola paritaria, 3 anni di insegnamento negli ultimi 5, di ottenere l’abilitazione all’insegnamento con il conseguimento di 30 crediti formativi anziché i 60 previsti per i neo laureati. L’emendamento inoltre, nella seconda parte, viene incontro anche alle scuole paritarie che, ai soli fini del riconoscimento o del mantenimento della parità, possono considerare come valido requisito, in luogo del titolo abilitante previsto dalla Legge 62/2000, il servizio svolto presso scuole paritarie, di almeno tre anni, anche non continuativi, nei dieci anni precedenti. Tale previsione avrà durata per il triennio 2023-2026 in riferimento ai docenti che, pur avendo presentato richiesta di iscrizione ai percorsi universitari e accademici di formazione iniziale e abilitazione all’insegnamento, non siano riusciti ad accedervi per mancanza dell’offerta formativa. Il testo è frutto del proficuo dialogo tra le associazioni scriventi, il network “Ditelo sui Tetti”, il Ministro dell’Istruzione e del Merito ed i parlamentari che lo hanno presentato. Auspichiamo che tale emendamento trovi adeguato consenso nelle Commissioni in sede referente della Camera e che possa quindi diventare legge, offrendo più certezze ai circa 15.000 docenti delle scuole paritarie da più di otto anni in attesa di un percorso abilitante e, al Paese, un concreto passo verso la pluralità educativa già sancita con la Legge 62/2000.

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AGORA’ DELLA PARITA’: UN’ATTESA FINALMENTE COMPIUTA

Le Associazioni di gestori e genitori di scuole paritarie cattoliche e d’ispirazione cristiana, AGeSC, Cdo Opere Educative-FOE, CIOFS Scuola, FAES, FIDAE, FISM, Fondazione GESUITI EDUCAZIONE, Salesiani per la Scuola-CNOS Scuola Italia, facenti parte di Agorà della parità, avevano già espresso grande apprezzamento in merito al testo dell’emendamento al DL 75/23 (cd. PA bis) presentato da alcuni deputati della maggioranza di Governo perché finalmente riconosceva la professionalità maturata dai docenti negli anni di servizio svolti anche nella scuola paritaria ai fini dell’acquisizione del titolo abilitante rilasciato dalle Università previsto dal DL 36/2022.

MA LE SCUOLE PARITARIE HANNO BISOGNO CHE I LORO DOCENTI POSSANO PARTECIPARE AL CONCORSO STRAORDINARIO PER LA SCUOLA STATALE?

Illustrissimo Ministro,

è notizia di qualche giorno fa che nel corso del convegno “A cosa serve la scuola?”, organizzato a Milano dal network di associazioni “Ditelo sui tetti”, ha annunciato di voler proporre un emendamento ad un prossimo decreto legge, per far sì che i 36 mesi di insegnamento in una scuola paritaria siano equivalenti a quelli nella scuola statale, ai fini della partecipazione al concorso straordinario che sarà bandito, prima dell’estate, dal ministero dell’Istruzione e del Merito, per l’assunzione di circa 35mila docenti.

La notizia fa nascere alcune riflessioni, da una parte sugli esiti di una eventuale decisione in tal senso, dall’altra parte sulle istanze che il variegato mondo delle scuole paritarie solleva, a volte “ingenuamente”.

Come Presidenti delle associazioni di gestori di scuole paritarie, Compagnia delle Opere Educative-FOE e Fidae insieme alle associazioni delle scuole paritarie del mondo cattolico, riunite nel gruppo di lavoro Agorà delle parità, avevamo già espresso il nostro apprezzamento per l’impianto complessivo della riforma introdotta con il DL 36/2022 (c.d. PNRR 2) che delinea la riforma della formazione iniziale, dell’abilitazione all’insegnamento per la scuola secondaria e le modalità di accesso ai ruoli nella scuola statale. Tale riforma introduce finalmente una netta separazione fra titolo abilitante alla professione docente e reclutamento nei ruoli della scuola statale e ognuno potrà scegliere dove iniziare la propria carriera docente se nella scuola paritaria o nella scuola statale partecipando ai concorsi ordinari che verranno annualmente banditi, come previsto dalla Legge 76/2022.

La riforma prevede infatti che l’abilitazione all’insegnamento nella scuola secondaria sia ottenuta attraverso l’acquisizione di 60 Crediti Formativi Universitari ed un esame finale e in sede di conversione del DL si era ottenuto, a tal fine, che fossero valorizzati i 24 CFU, previsti della normativa precedente e già acquisiti da molti docenti.
Purtroppo la riforma è in attesa di un decreto attuativo da luglio 2022 e quindi è sostanzialmente inattuata, da qui anche la necessità di un concorso straordinario per 35.000 posti nella scuola statale.

Come associazioni di Agorà abbiamo sollevato il tema del periodo transitorio previsto dalla riforma che, se da una parte prevede agevolazioni e “sconti” sui crediti per il reclutamento nella scuola statale, dall’altra non prevede agevolazioni per chi insegna già da anni nelle scuole paritarie.
Pensiamo che siano questi i temi sui quali il mondo della scuola paritaria debba esprimersi con forza. L’ingiustizia non è il fatto che le carriere non siano equiparate ai fini del concorso per il ruolo nello Stato, l’ingiustizia sta nel fatto che l’ultimo percorso abilitante si è tenuto nel 2015 e che un docente di scuola paritaria, per ottenere l’abilitazione all’insegnamento abbia dovuto negli ultimi anni partecipare ai concorsi ordinari per il reclutamento nello stato al fine di ottenere un titolo idoneo. Stimiamo siano più di 15.000 i docenti della scuola secondaria non abilitati che insegnano da anni nelle scuole paritarie e, ci pare doveroso ricordarlo, molti di loro si erano iscritti ad un concorso solo abilitante previsto dal DL n. 126/2019, convertito in legge n. 159/2019 e bandito con DD n. 497/2020, integrato con DD n. 748/2020 che non è mai stato espletato.

Quindi la Sua recente dichiarazione, non è una bella notizia, e se confermata contribuirà solo a mettere ancora più in difficolta le scuole paritarie i cui docenti saranno costretti a partecipare al prossimo concorso straordinario per avere il titolo richiesto ad insegnare in queste scuole che hanno ancora troppe poche armi per competere dal punto di vita economico. Infatti la strada per una attuazione piena della parità sembra essere ancora lunga, malgrado le buone intenzioni annunciate dalla coalizione di governo in campagna elettorale.

L’innegabile possibilità per i docenti delle scuole paritarie di ambire, eventualmente, al reclutamento dello stato è sempre stata garantita dai concorsi ordinari ai quali si può partecipare, se abilitati.

La bandiera della equiparazione delle carriere dei docenti, non può essere la bandiera della scuola paritaria. Le scuole paritarie devono lottare affinché il lavoro dei propri docenti venga onorato attraverso un percorso certo per ottenere il titolo abilitante previsto dalla Legge 62/2000 e, possibilmente in modo più snello per chi vi lavora già da anni, e devono con insistenza pretendere la parità economica per le famiglie che iscrivono i figli in queste scuole facenti parte dell’unico sistema di istruzione, unica strada per poter garantire una vera libertà di scelta a tutti, anche ai docenti.

A nome di Agorà
Virginia Kaladich, Presidente Fidae
Massimiliano Tonarini, Presidente Cdo Opere Educative

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