Al Don Bosco di Padova, maggio 2020. Stiamo lavorando in modalità “didattica a distanza” da due mesi. Ne abbiamo ormai colto pro e contro, e tutti, docenti e alunni, abbiamo colmato lacune informatiche o, se già “smanettoni”, siamo in procinto di mandare il nostro curriculum alla CIA.
Scherzi a parte, al di là del quasi ricucito gap digitale che separava docenti e alunni, la didattica a distanza ha avuto l’importantissimo compito di mantenere saldo il nostro legame coi ragazzi, che il distanziamento sociale aveva purtroppo cercato di rompere.
Qualche aspetto meno piacevole però c’è: complici l'incredibile velocità con cui il tempo scorre durante le video lezioni e qualche intoppo tecnologico (connessione debole, un microfono pigro, un’acconciatura poco ordinata che ci si vergogna di sfoggiare e che si nasconde dietro una videocamera “rotta”…), non sempre è possibile fare tutto ciò che si faceva in aula durante la lezione. Ma ci si prova!
Nel mese di aprile, la classe 3^ del Liceo delle Scienze Applicate, con gli strumenti casalinghi di cui disponeva (computer, cellulare, qualche accessorio o capo di abbigliamento rubato dall’armadio dei genitori) è riuscita a realizzare delle “edizioni flash” di telegiornali fittizi. Lo scopo dell’attività assegnata per casa era molto semplice: far sì che i ragazzi parlassero in inglese esponendo testi da loro preparati con all’interno i “narrative tenses”, che stavano affrontando in grammatica (past simple, past continuous, past perfect: quando si riporta una notizia, si ha sempre a che fare con qualcosa di passato, pertanto la combinazione tempi passati – notizie era calzante).
C’è chi ha riassunto notizie trovate in alcuni giornali inglesi e chi ha commentato in maniera ironica fatti di cronaca italiani. Molti hanno però dato sfogo alla fantasia inventando vicende più o meno plausibili e creando quindi da zero i testi.
Quanto alla modalità di “trasmissione” delle notizie, i ragazzi avevano due scelte: un giornale radio o un telegiornale. I più timidi hanno preferito la prima opzione; i più creativi e coraggiosi si sono invece lanciati nella realizzazione di video che farebbero impallidire i più esperti tecnici delle reti televisive per l’originalità e la qualità dei montaggi, e che hanno senz’altro dato quel tocco in più ai testi da loro creati.
Scopo raggiunto? Non si può dire che non ci fossero imprecisioni nei testi, come è normale che sia e a dimostrazione dell’autenticità dei lavori, ma i ragazzi si sono davvero impegnati e, soprattutto, tra prove dei video, lavoro di squadra e registrazioni, hanno avuto un’occasione in più per parlare in inglese. Quindi sì!